Collocata nel Giardino dei Giusti una targa in memoria di Giorgio Perlasca
E’ stata collocata questa mattina, 24 aprile, nel Giardino dedicato ai Giusti del mondo di via Alloro, una targa in memoria di Giorgio Perlasca, il funzionario italiano che, nel corso della seconda guerra mondiale, fingendosi Console generale spagnolo, salvò la vita di oltre cinquemila ebrei ungheresi, strappandoli alla deportazione nazista e alla Shoah.
Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il figlio, Francesco Perlasca, il Sindaco Leoluca Orlando, l’Assessore alla Partecipazione Giusto Catania, la professoressa Rita Calabrese, in rappresentanza dell’Istituto Siciliano di Studi Ebraici,
“La via dei Librai si intreccia con la via dei Giusti e siamo qui, oggi, a Palermo, a ricordare uno “spagnolo” in Ungheria. E’ l’ennesima conferma – ha sottolineato Orlando. di quanto sia importante collegare i singoli valori ad una visione complessiva della vita e dell’uomo.
La differenza tra Eichmann (il riferimento è a colonnello delle SS Adolf Eichmann, considerato uno dei maggiori responsabili operativi dello sterminio degli ebrei nella Germania nazista, ndr)
Con Giorgio Perlasca siamo in presenza di una <illegalità> visionaria, che risponde ad una visione positiva dell’uomo. Siamo qui oggi per ricordare Giorgio Perlasca e l’estrema attualità del suo messaggio, perché troppe volte sentiamo invocare una legalità, ma abbiamo il diritto-dovere di cogliere, oltre la legge dello Stato, i diritti delle persone.
Ed in questo momento, il mio pensiero va ai migranti, con l’auspicio e l’augurio che faccio a me stesso di compiere tante <illegalità> per difendere
Ringrazio il figlio Francesco, l’Istituto Siciliano di Studi Ebraici, in questo tentativo di costruire una cornice nel mosaico Palermo, fatto di tessere, di colori, di forme diverse, che hanno il diritto di restare differenti, ma abbiamo il dovere di costruire una cornice perché abbiamo il diritto di essere, al tempo stesso, eguali”.
Francesco Perlasca ha detto che la storia del padre “è molto particolare, sia per come riuscì a salvare tante persone inventandosi un ruolo ed una nazionalità non suoi –
La sua vicenda venne riscoperta solo negli anni ottanta, quando alcune donne ebree ungheresi hanno avuto finalmente la libertà di
A Giovanni Minoli che gli chiedeva perché bisognava ricordare questa storia, egli rispose semplicemente: vorrei che specialmente i ragazzi si interessassero di questa vicenda, per sapere cosa è successo in quel periodo e sappiano opporsi a violenze del genere, se mai dovessero ripetersi. Attualizzando questo suo pensiero, significa che se tutti noi conosciamo la Storia, riusciamo a creare al nostro interno gli anticorpi per rifiutare l’odio, la violenza, l’intolleranza, l’indifferenza. Giorgio Perlasca, come altri Giusti, seppe dire di no e seppe opporsi al male, non voltandosi dall’altra parte e non facendo finta di non vedere quello che stava avvenendo”.
La professoressa Calabrese ha ricordato che “ci si può comportare, come Eichmann, obbedendo agli ordini, oppure trasgredendoli come ha fatto Giorgio Perlasca. Tutti noi