“Siciliani Liberi”, una nuova politica
In politica la voglia di appartenenza alla propria comunità sta crescendo, come la delusione per un sistema di partiti che ha dimenticato i valori di riferimento ed i bisogni perché, come afferma Edmund Hursell, “Ogni io ha una patria originaria”.
E’ un grave errore sottovalutare una politica localistica che vuole sostanzialmente una consonanza con la terra, i costumi, le tradizioni locali e una loro difesa. E così una nuova consapevolezza sta crescendo in Sicilia, nelle grandi città, nei paesini come nei piccoli quartieri, con un bisogno di partecipazione e rappresentanza per una “appartenenza” intesa come identità storica, culturale, politica. E se poi tutto questo può convergere in un sostanziale miglioramento dell’economia, ed in una politica proiettata a risolvere i “bisogni” e non più gli interessi di bottega, allora il sistema partitocratico avrà tanto da temere.
E’ in questo quadro generale che il movimento “Siciliani Liberi” si muove e si sta facendo conoscere, con un programma politico siciliano e di spessore. Il movimento Siciliani Liberi nasce il 3 gennaio 2016 a Pergusa, nei saloni dell’Hotel Garden, con una convention cui partecipano circa 600 persone.
Tra gli obiettivi del movimento c’è quello di rendere applicabili gli articoli finanziari dello Statuto Siciliano e ottenere che la Sicilia divenga Zona Economica Speciale, come già lo sono altre isole europee. Ciò darebbe una svolta economica e finanziaria rilevante ad una terra profondamente depressa ed in crisi come la Sicilia. La “Zona Economica Speciale” o “Free Zone” (ZES in acronimo) è una area di uno Stato in cui vigono norme fiscali, doganali e, in genere, inerenti la materia economica e commerciale, diverse che nel resto del Paese. Le ZES sono in genere istituite in aree marginali o periferiche perché hanno la capacità di attrarre investimenti esteri, creare nuovi posti di lavoro, favorire l’insediamento di importanti infrastrutture, generare un ambiente competitivo, favorire le imprese ad alta tecnologia. In breve esse stimolano e producono un generale sviluppo economico con benefici che spesso vanno ben al di là della regione stessa.
Sul Sole 24 ore del 2 agosto 2017 è riportato un tweet del premier Paolo Gentiloni che in riferimento alla ZES afferma “è un’occasione per l’Italia” sottolineando “condizioni più vantaggiose per investimento e lavoro“. Ma in lizza ci sono Napoli-Nola-Salerno, Gioia Tauro e una Zes unica per Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli. E la Sicilia, perché no? perché dimenticata da Gentiloni e da Crocetta? Per i “Siciliani Liberi” le Zes costituiscono, invece, parte rilevante e centrale del programma politico operativo per il Governo della Regione Siciliana perché, come si diceva prima, solo una “appartenenza” intesa come identità storica, culturale, politica può esprimere i veri interessi dei siciliani e dare risposte concrete.
Ma per le elezioni regionali del prossimo 5 novembre vi sono tantissimi altri punti in programma che, se attuati, farebbero dell’isola un’altra Sicilia, come la fiscalità di vantaggio (IRPEF 20 %; IVA al 10 %, costo dei carburanti medio a 0,50 € il litro, e busta paga più pesante per dipendenti e pensionati per effetto delle minori ritenute e del maggiore potere d’acquisto).
Il programma del movimento “Siciliani Liberi” prevede anche agevolazioni all’impianto familiare per le giovani coppie, mutui agevolati per l’acquisto prima casa; reddito di sostegno per i disoccupati, le casalinghe e gli studenti universitari; tutela del prodotto tipico siciliano: agricolo, alimentare, ittico, artigianale e vario; politica culturale e dell’istruzione identitaria: storia, lingua, letteratura, diritto, arte, teatro, musica e cultura siciliana nelle Scuole, loro diffusione nella società e nel nuovo servizio radiotelevisivo pubblico siciliano.
Inoltre, uno dei punti fondamentali del programma del Movimento dei Siciliani Liberi è l’introduzione della moneta complementare parallela e non sostitutiva dell’euro. Tale introduzione avverrebbe mediante l’emissione di Certificati di Credito Fiscale, da parte dell’autorità statale, secondo il manifesto elaborato da economisti del calibro di Biagio Bossone, Marco Cattaneo, Luciano Gallino, Enrico Grazzini e Stefano Sylos Labini.
“Siciliani Liberi” dunque c’è e, con il loro candidato Presidente alla Regione Roberto La Rosa, cercheranno di fare la differenza con un programma di sicuro impatto sociale.
Giuseppe Gargano